Empyrium - Songs of Moors and Misty Fields.

The ensemble of silence plays so beautiful for me...

Se c'è una frase che illustra alla perfezione il momento che sto attraversando è proprio quella che apre questo post.
Quando parlo di istante, non si tratta esclusivamente del mio attimo o della mia vita. E' un discorso più ampio, che abbraccia la mia poca vita sociale fino ad arrivare al contesto storico in cui stiamo vivendo. Qualche post fa lanciavo i miei strali contro l'uso malato che facciamo di uno strumento potente come internet e i social networks nello specifico. Più ci penso e più non riesco a togliermi dalla testa la scena iniziale di 2001 Odissea Nello Spazio. Con le mie limitate capacità di speculazione ho sempre pensato che il nero monolito che compare, se ricordo bene, all'inizio e alla fine del film rappresentasse la conoscenza. Quando le scimmie lo scoprono e con esso ricevono il dono, come lo usano? Per massacrarsi a vicenda. Ecco, più o meno com'è successo con Facebook!
E se nello spazio nessuno può sentirti urlare, qui sulla terra purtroppo sì. E di gente che urla e starnazza è pieno il mondo virtuale e anche quello reale. La gara a chi urla più forte è quotidiana, basta accendere la tv, la radio o fare un giro su Facebook dove è un po' più difficile urlare ma è molto facile insultare.
Che cosa c'entra tutto questo con gli Empyrium? Un attimo di pazienza e ci arriviamo.

My heart reflects the night...
Languid moonshine I bath my skin in thee
O may thy beauty be revealed in me
Silent winds, whisper to me thy songs of solitude and joy

Un tempo si diceva: fermate il mondo, voglio scendere.
Ora oserei aggiungere: abbassategli anche il volume.
Ho bisogno di silenzio.
Purtroppo non basta rifugiarmi in cameretta e spegnere qualsiasi dispositivo perché questa caciara ha contaminato anche i miei pensieri. Come se non bastasse essere sempre di corsa per il lavoro, la famiglia, la normale routine quotidiana e gli imprevisti, lo si è anche mentalmente. Il mio limitato cervello è un motorino perennemente su di giri. Penso continuamente e mi perdo in un flusso costante di elucubrazioni, pianificazioni, strategie, soluzioni che inquinano anche i momenti di libertà. Leggo intere pagine e poi devo rileggerle perché mentre lo faccio penso ad altro. Non ricordo intere parti delle mie serie tv preferite perché sono perso nei miei pensieri. E' capitato di dover rivedere alcune parti anche tre o quattro volte, non perché quello che stavo guardando fosse noioso, tutt'altro.
E non si tratta di deficit di attenzione.
E' solo che non riesco più a staccare la spina.
Ma devo farlo. Altrimenti il logorio può diventare pericoloso.
Quindi, in una sorta di rigida autoregolamentazione, mi ritaglio dei momenti in cui spengo tutto.
Encefalogramma piatto.
Ma non posso farlo senza un aiuto. Perché se mi chiudessi in una stanza a meditare o a focalizzare la mia concentrazione sul respiro, finirei con lo sfondare il muro a testate.
Per questo utilizzo degli aiutini.
Ho una serie di dischi che hanno il potere (taumaturgico?) di scollegarmi, non solo dal resto del mondo, ma soprattutto da me stesso. Per tutta la loro durata sento solo le vibrazioni emanate dalla musica.
Nient'altro.
Songs of Moors and Misty Fields è uno di questi.
Lo metto su e tutto svanisce.
Naturalmente, non è che questo risolva i miei problemi o che renda la mia vita meno complicata.
Non ha un effetto ricarica e non mi fa affrontare la giornata con rinnovata velleità.
Mi fa solamente ricordare che nella vita ci sono cose belle e che mi piacciono. Che piacciono a me e chi se ne frega di che cosa ne pensano gli altri. Mi rammentano di assaporare anche le cose che all'apparenza sembrano aver perso importanza. Da quanto tempo non ti fermi ad osservare un tramonto o un'alba? Da quanto non ti siedi all'ombra di un albero e chiudi gli occhi? Ti sei mai seduto su una panchina ad osservare la gente cullato dal tiepido sole autunnale? Hai mai provato a fermarti un momento, a fare nulla e stare solamente a guardare?
Forse qualcuno di voi si starà sbellicando dalle risate oppure starà scuotendo la testa pensando di leggere i deliri di un tizio un po' svalvolato.
Può essere.
Ma è anche vero che ci sono cose che ci fanno stare bene e ci scollegano dal resto del mondo. Ci regalano momenti di serenità in cui anche il consueto turbinio di pensieri si ferma per qualche momento.
L'unica cosa che senti sono le emozioni e tutto il resto non conta.

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