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Visualizzazione dei post da febbraio, 2018

Alcune considerazioni su Le Venti Giornate di Torino di Giorgio De Maria e alcune strane coincidenze ad esso apparentemente collegate.

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Le venti giornate di Torino erano iniziate il 3 luglio di dieci anni prima: la siccità, l’insonnia collettiva, i cittadini che vagavano come fantasmi per le strade del centro storico, le grida misteriose, le statue che sembravano aver preso vita, la misteriosa e orribile catena di omicidi. Poi, dopo venti giorni, tutto era finito, all’improvviso, come era cominciato. E nessuno aveva più voluto parlare di quella storia. Oggi, passati appunto dieci anni, un anonimo investigatore dilettante decide di indagare per scrivere un libro su quella vicenda. Perché l’insonnia di massa? E chi erano, e da dove venivano, le mostruose figure di cui troppe testimonianze raccontano? E soprattutto, che nesso c’era tra quanto accadde e la biblioteca che era stata aperta presso la Piccola Casa della Divina Provvidenza? Una biblioteca assai strana, dove non si trovavano i testi pubblicati dagli editori, ma scritti di privati cittadini, che rivelavano i loro pensieri più intimi e profondi, molto spesso ter

Splendido Splendente.

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Avvertenza. Questo post può essere letto nelle seguenti modalità. A) Un tentativo, riuscito più o meno bene, di ponderare sui tristi tempi in cui viviamo. B) Un flusso di coscienza rabberciato in un cut-up estemporaneo. C) Il blogger ha sbroccato di brutto. D) Tutte e tre le opzioni. A volte capitano delle cose. Una serie di piccoli eventi, per fortuna non sfortunati, che mi entrano in testa in modo assolutamente casuale e asincrono. Cose che apparentemente non hanno nessun legame o interconnessione ma che il mio cervello riesce comunque a collegare con un filo sottile e quasi invisibile. Non ho mai fatto mistero di essere attratto da alcune teorie del complotto, ma state tranquilli non sono diventato un complottista. Quello che, non solo io, sto notando è un generale abbassamento, qualcuno dice imbarbarimento, del livello culturale del nostro paese. Metto subito le mani avanti: non ho fatto le scuole alte e non sono laureato, quindi non posseggo scranni su cui elevarmi e

Considerazioni sul Costoso Vizio della Lettura.

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Ho comprato due libri. Non è una novità. Ne compro molti ma di solito non in libreria. La maggior parte sono digitali e i pochi cartacei li prendo dal Grande Satana in persona. Chi è il grande satana? Amazon , naturalmente. Ma andiamo con ordine. Vado raramente, in libreria. Ma questa volta ho fatto un'eccezione. Ci sono passato davanti, ho visto due dei libri che avevo in cima nella lista dei desideri e allora mi sono detto: perché no? Sono entrato, ho gironzolato un po' (è sempre bello vagare tra gli scaffali), e poi prima di comprare mezzo mondo perché non riesco a trattenermi, ho preso quello che mi serviva e sono andato a pagare. Ho acquistato La Splendente di Cesare Sinatti a 16,50 euro e di Le Venti Giornate di Torino di Giorgio De Maria a 17,50 per una spesa complessiva di 34 Euro. Su Amazon ad oggi, perché gli sconti sono variabili, avrei speso 28,89 con un risparmio di 5,11 euro. E non è poco. Soprattutto per dei lettori forti. A casa mia, i libri vann

Surviving Sanremo 2018. #5

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Forza gente che è quasi finita. Ultimo appuntamento con la microguida per sopravvivere al torpore (aka smarronamento) generato dal reparto geriatrico della canzonetta italica. Perché non andar per cantieri, come fan tutti? Che poi, avendo un'età, a salire sul palco rischi di slogarti l'anca e a scendere 'ste scalinate, rompersi il femore è un attimo. Lascia spazio ai giovani. I giovani, come Il Volo? Vabbé, lasciamo perdere. Consoliamoci. Perché Sanremo è finito. Finalmente. Gazebo Penguins : Nebbia . Parole, quante parole si spendono inutilmente. Quando basterebbe stare in silenzio e ascoltare. Perché se c'è una cosa in cui siamo diventati bravissimi è questa: parlare. Sempre e comunque. Blaterare in continuazione, senza pensare e soprattutto senza ascoltare chi abbiamo davanti. E non lo ascoltiamo perché anche lui parla, parla e non la smette mai, superando in pochi secondi la nostra soglia di attenzione che già scarseggia di suo a causa del rimbambimento

Surviving Sanremo 2018. #4

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Il Nazionalpopolare vi provoca eruzioni cutanee? Quando vedete Ron pensate subito ai fratelli Weasley? Vi piacerebbe poter lanciare un Incantesimo Languelingua perenne su chiunque si appropinqui sul palco? Non disperate. Per trascorrere indenni le serate sanremesi, Silverfish Imperetrix vi viene incontro proponendo degli ascolti musicali riparatori. Perché Sanremo è roba da Babbani. Lilith Le Morte : Si Rompe il Silenzio nel Giardino delle Mandragole. Per i più coraggiosi, quelli che non temono il buio. Quelli a cui piace lasciar correre sulla schiena il gelido brivido provocato dalla paura. Quelli che non hanno pregiudizi o preconcetti e che ritengono che sia possibile plasmare il rumore e dargli una forma euclidea. Quelli che credono che anche nel caos sia possibile trovare un disegno. Ma anche quelli che non hanno bisogno di trovare sempre un perché ma amano lasciarsi trasportare dall'impeto. Quelli che non rifuggono gli incubi ma si lasciano afferrare e trascinare nell'

Surviving Sanremo 2018. #3

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Il Nazionalpopolare proprio non lo digerite? Ascoltando le nuove proposte invocate l'avvento dell'asteroide risolutore? La scalinata dell'Ariston vi provoca lo stesso effetto che ha su Fantozzi La Corazzata Potëmkin? Non disperate. Per trascorrere indenni le serate sanremesi, Silverfish Imperetrix vi viene incontro proponendo degli ascolti musicali riparatori. Perché la musica italiana abiura Sanremo ma incrocia le dita. Latente : Monte Meru . Non è un disco perfetto, Monte Meru. C'è qualche difetto che emerge qua e là e c'è una sorta d'ingenuità di fondo che potrebbe far storcere il naso a molti. Al netto di questo, trovo che sia un disco piacevole e fresco . Quella freschezza e quell'impetuosità che hanno i giovani e che quasi li costringe a correre senza fermarsi. Un'urgenza che non gli permette di smussare gli angoli e di levigare un manufatto che, alla fine, risulta essere ancora un po' grezzo. Ma forse hanno ragione loro. Perché fermarsi

Surviving Sanremo 2018. #2

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Il Nazionalpopolare non è la vostra tazza di tè? Vi chiedete costantemente chi diavolo sia Giovanni Caccamo? Nei vostri sogni proibiti fantasticate di un Ariston messo a ferro e fuoco da un'orda di metallari? Non disperate. Per trascorrere indenni le serate sanremesi, Silverfish Imperetrix vi viene incontro proponendo degli ascolti musicali riparatori. Perché la musica italiana purtroppo è anche Sanremo. Murubutu : L'uomo che Viaggiava nel Vento e altri Racconti di Brezze e Correnti. Non posso essere considerato un fan dell'HipHop. Esclusivamente per una mera questione di gusti. Ma siccome la mia curiosità prevarica i generi e i pregiudizi, a volte succede che m'imbatta in piccole perle che mai avrei immaginato di trovare in territori che per me non sono ameni. Di fronte alla bellissima copertina e al titolo molto evocativo non ho potuto far altro che capitolare, perché la mia curiosità non mi dava pace. Quindi mi sono armato di pazienza e ho affrontato questo vi

Surviving Sanremo 2018. #1

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Il Nazionalpopolare non è il vostro pane? Ritenete che Nek, Pezzali e Renga siano l'undicesima piaga biblica? Che Claudio Baglioni sia sinonimo di rottura di... Indovinate? Non disperate. Per trascorrere indenni le serate sanremesi, Silverfish Imperetrix vi viene incontro proponendo degli ascolti musicali riparatori. Perché la musica italiana non è solo Sanremo. Paletti : Super. Vi aspettavate l'ennesima bordata di rock duro e peso? Fregati! Il disco di Paletti invece è un egregio esemplare di Elettropop fatto come si deve. Storie di tutti i giorni, forse banali ma raccontate senza essere banali. Nel costante bailamme a cui siamo sottoposti, dischi come questo sono oasi di rara serenità. E trovare dei testi di così alto livello, oggi non è semplice. Fatevi un favore: ascoltatelo. Siccome mi sono piaciute molto le parole dell'autore nel presentare il suo lavoro, le riporto integralmente: Non importa che tu sia un calciatore, un insegnante o un musicista, qualun

Metallica: The $5.98 EP- Garage Days Re-Revisited.

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The $5.98 EP- Garage Days Re-Revisited è uscito nell’agosto del 1987. E’ stato uno dei primi dischi in vinile che ho  comprato. Un mese dopo o forse due. A scatola chiusa. Perché era dei Metallica . E un gruppo che ti aveva riempito di mazzate con Kill'em All , Ride The Lightning e Master of Puppets , si comprava a prescindere. Anche se Cliff non c'era più e masticavi un po' amaro perché, con i soldi faticosamente messi da parte e contati al centesimo, non è che ci fossero poi tante canzoni da ascoltare. D'altronde era un Extended Play: poco più di un singolo. E non c'erano inediti ma solo cover di gruppi di cui non immaginavi l'esistenza. Fino ad allora. Forse per i Metallica è stato un mero divertissement, una sessione di rodaggio con Jason Newsted il nuovo bassista, un omaggio a chi li ha ispirati oppure molto più prosaicamente una mossa per evitare di perdere contatto con quel mercato che ora sembrava, sempre più a ragione, essere dalla loro parte.