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Visualizzazione dei post da settembre, 2015

E poi?

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Edward Hopper - Sunday Venerdì ho pubblicato il cinquantaseiesimo e ultimo capitolo dedicato al recupero dei post che erano presenti sulla vecchia piattaforma di Splinder. Ho recuperato solo i post a tema prettamente musicale, poiché Silverfish è nato per assecondare in un modo che, all'epoca, era inusuale, una della mie grandi passioni: la musica. Se all'inizio si parlava esclusivamente di rock, con il passare del tempo ci sono stati dei piccoli cambiamenti, come quello di avere un ospite fisso che parlava in modo (molto) critico, e anche criticato a onor del vero, di attualità. Non so ancora se ripubblicherò quei post. Non per pigrizia ma perché, riguardando fatti accaduti anni fa, andrebbero ricontestualizzati nel periodo storico in cui sono stati scritti. Un lavorone che al momento non ho il tempo materiale di fare. Quindi mi trovo di fronte ad un bivio triforcuto . 1) Finire la storia. E' stato bello, ma non può più continuare. Vorrò sempre bene a Silverfish ma c

Summer PlaylUst 2015

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Quelle che trovate nella Playlist in fondo al post, sono le canzoni che hanno allietato la mia estate. Sono diciotto canzoni che spaziano dal pop al metallo pesante, passando per qualche contaminazione elettronica. Se vi aggrada, date loro un'occhiata (e un' ascoltata , naturalmente!) e fatemi sapere quali sono state le canzoni che hanno composto la colonna sonora della vostra estate 2015.  Sono molto curioso!

Memorabilia #56

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Se l'agonia potesse essere musicata, questo sarebbe il risultato. Uno dei miei dischi preferiti. In assoluto. Post pubblicato lunedì 12 maggio 2008, alle ore 16:40 Burning Witch  Crippled Lucifer C’era una volta un gruppo che si chiamava Burning Witch… Siamo nel 1995. Dopo lo scioglimento di una band di culto nell’ambiente doom/death metal i Thorr's Hammer, Stephen O'Malley, Greg Anderson e Jamie Sykes si trovano coinvolti in un nuovo progetto che prende il nome di Burning Witch. La parabola della Strega Che Brucia avrà vita breve. Dopo appena tre anni, defezioni, cambi di formazione e solo due ep (Towers e Rift.Canyon.Dreams), la strega pone fine alla sua vita. Anche se il suo passaggio su questa terra è stato repentino, le sue impronte sono rimaste ben visibili ed hanno lasciato un marchio indelebile nell’ambito della musica più lenta, nichilista ed angosciante che sia mai stata scritta. Dalle ceneri malate di quel rogo inquisitorio sono nati i Su

Memorabilia #55

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Intraprendere un percorso e non limitarsi a riproporre sempre le stesse cose. C'è chi ne fa una missione e chi vede la cosa come fumo negli occhi. Nella musica come nella vita. Post pubblicato giovedì 22 maggio 2008, alle ore 12:13 Dead Meadow  Old Growth Il percorso stilistico dei Dead Meadow contiene qualcosa di affascinante che non saprei come definire. Dalle origini hard rock colorate di blues malato, che non dispiaceva anche agli amanti delle sonorità metalliche del doom metal presenti in dischi come Howls From The Hills e Shivering Kings And Others, il loro cammino ha subito una lenta e forse inesorabile deviazione verso le lande del rock psichedelico tratteggiato da elementi southern e folk e vitaminizzato da corpose iniezioni di Beatles. Volendo buttarla in cromoterapia possiamo affermare che il gruppo di Washington è passato dal nero dell’abisso al verde degli alberi. Forse così si rende meglio l’idea. Che gran scoperta la cromoterapia! Bene, nel loro girovagar

Memorabilia #54

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I dialoghi tra appassionati di musica, se annaffiati da qualche birretta (di troppo), rasentano il surreale. Se poi tali vette si raggiungono anche da sobri, allora il problema è un altro. Post pubblicato martedì 22 aprile 2008, alle ore 15:55 Black Mountain   In The Future --Hai letto le recensioni di In The Future dei Black Mountain? --Sembra essere un capolavoro. --Bè già il primo disco non era male. --Sì ma questo è un’altra storia, non sembra nemmeno lo stesso gruppo. Ho ascoltato il singolo su maispeis, una cavalcata tellurica di hard rock anni settanta. Come se i Black Sabbath stessero flirtando con i Led Zeppelin. --Ma come c***o parli? Tu leggi troppi giornali musicali. --Sarà, ma ascolta qui. …… --Effettivamente non è male, ma il capolavoro dov’è? --Bè questo è il singolo, bisogna ascoltare tutto il disco. --E tu l’hai fatto? --Non è ancora uscito. Due settimane dopo. --Ho comprato In The Future. --Ah sì? Allora, com’è? --Un bel disco. --Tutto qui?

Memorabilia #53

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Per ascoltare certi dischi bisogna armarsi di una buona dose di coraggio. Questo è uno di quesi casi. Comunque, anche se dovrete mettere in conto qualche (leggera) emicrania, lo sforzo sarà ampiamente ripagato. Post pubblicato lunedì 11 febbraio 2008, alle ore 20:42 The Warlocks  Heavy Deavy Skull Lover Quando uscì Phoenix accusai i Warlocks di non essere il gruppo psichedelico per il quale si spacciavano pur evidenziandone i molti pregi. Troppo edulcorata e scolastica la loro psichedelia, che si fermava alla superficie di quel vasto mondo, ma non osava varcarne la soglia. La musica non cambiò con Surgery, il loro secondo lavoro. Anzi, il contratto con una major sembrò portare ancor più confusione in seno al gruppo che sembrava diviso tra un approccio di più facile fruizione per eventuali nuovi accoliti e la coerenza stilistica. I frutti sperati non maturarono e così il gruppo di Bobby Hecksher si ritrovò a piedi. Ora, dopo essere stati scaricati dalla Mute Records riescono

Memorabilia #52

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Forse esagero (?)  ma ritengo che Amen dei Baustelle sia uno dai dischi pop più belli degli ultimi decenni. Un classico moderno. Post pubblicato sabato 23 febbraio 2008, alle ore 14:50 Baustelle  Amen Mettiamo subito in chiaro una cosa: Amen è il disco dell’anno. Ancor prima della sua uscita, in rete scoppia la polemica. Lo zoccolo duro degli indie sembra non gradire il singolo Charlie Fa Surf. A sentir loro è troppo orecchiabile e i testi sono pretenziosi al limite del ridicolo con quella rima baciata “quanta roba si fa mdma”. Troppo commerciale, insomma. Possibile che ogni volta che un gruppo prova a spiccare il salto verso il grande pubblico (ok, commerciale ci sta), ma mantenendo intatte le proprie caratteristiche senza snaturarsi, magari solo alleggerendo un po’ le melodie, subito deve beccarsi del venduto dai fans più intransigenti? Perché i Baustelle devono rimanere “cosa di pochi”? Solo perché siete degli sfigati il vostro gruppo deve rimanere sfigato come voi? Se il

Memorabilia #51

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L'autunno è alle porte e i Witchcraft sono la colonna sonora adatta. Post pubblicato lunedì 7 gennaio 2008, alle ore 13:46 Witchcraft The Alchemist Ho iniziato questo post una decina di volte perché volevo scrivere qualcosa che non fosse scontato e banale. Ogni volta, dopo un paio di frasi, mi accorgevo che stavo scrivendo cose scontate e banali e cancellavo tutto. Che cavolo posso scrivere su questo disco che non sia ovvio? Non lo so e non ho voglia di pensarci. Le ovvietà escono fuori a valanga, mentre le cose originali richiedono uno sforzo che non posso/voglio permettermi. Perché sono pigro e perché ho poco tempo per pensare. Anche perché mentre ascolto The Alchemist non riesco a pensare. Mi perdo. La testa fluttua tra le note che cancellano i pensieri come una spugna cancella il gesso su di una lavagna. Roba strana. Roba strana i Witchcraft. Roba bella. E questo terzo capitolo della loro discografia aggiunge un altro gradino alla scala che li condurrà al paradiso: è

Memorabilia #50

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Questa è forse la più lunga delle recensioni che io abbia scritto per Silverfish Imperetrix. Ma quando l'argomento prende , si fa in fretta a diventare logorroici. A mio avviso, Witchcult Today è lo zenit compositivo degli Electric Wizard. Un'opera (e qui spero di essere smentito) che difficilmente riuscirà ad essere eguagliata sia in termini di cattiveria che acidità. Ecco, se volete una definizione di musica acida, ascoltatelo. Ma prima preparate l'Alka-Seltzer! Post pubblicato giovedì 10 gennaio 2008, alle ore 14:33 Electric Wizard  Witchcult Today Sono basito. Di fronte alla (oscura) luce della nuova fatica discografica degli Electric Wizard e dopo una rapida escursione nella loro discografia, fatta per rinfrescarmi la memoria, sono giunto alla seguente conclusione: i Wizard sono il miglior gruppo stoner/psych/doom/heavy/dark/sludge del mondo. Non hanno rivali (forse solo i Reverend Bizarre riuscivano a tallonarli, ma ormai non esistono più e così va da sé l

Memorabilia #49

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All'epoca i dischi si compravano ancora. E lo si faceva alla Fnac che aveva di tutto e di più a prezzi abbordabili. La Fnac ora non c'è più. Sparita insieme a chissà quanti negozi di dischi. E i Wolfmother? Qualcuno dice che siano ancora in circolazione. Post pubblicato lunedì 26 novembre 2007, alle ore 15:37 Wolfmother  Wolfmother Perché parlare proprio ora dell’esordio dei Wolfmother? Perché avendo una famiglia da mantenere e le braccine un po’ corte, raramente scucio oltre i quindici euro per un disco. Perciò aspetto che passi un po’ di tempo ed il suddetto entri nella fase disco “vecchio” e che, quindi, alla Fnac il prezzo sia notevolmente ribassato. A meno che non si tratti di un disco di un gruppo di cui sono impallinato o che un ascolto preventivo non mi folgori, ultimamente ho adottato questa strategia. Il portafogli e la famiglia ringraziano, mentre il mio spirito musicofilo soffre. Ha senso, però, parlarne ora? Forse no, ma siccome avevo promesso che l’av

Memorabilia #48

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Uno dei rari casi di musica italiana presenti su Silverfish Imperetrix. Un esordio al fulmicotone, un pugno allo stomaco che ancora oggi lascia senza fiato. Post pubblicato venerdì 22 giugno 2007, alle ore 13:55 Il Teatro Degli Orrori  Dell'Impero Delle Tenebre Quando ascolto un disco nuovo non mi esalto facilmente. Non ricordo nemmeno quand’è stata l’ultima volta che mi è capitato. Forse all’uscita di Nevermind dei Nirvana. Comunque sia, ascoltando questo disco mi sono esaltato. Ed è stato bello. C’è voluto un po’ di tempo perché le prime volte sono state ostiche (lo diceva anche Giovanni Lindo Ferretti, in tempi non sospetti che la prima volta fa sempre male), poi, come per incanto si sono aperte le porte della goduria sonora e mi ci sono tuffato a bomba. Il Teatro degli Orrori è un (super) gruppo fondato da Pierpaolo Capovilla, Francesco Valente (One Dimensional Man) e Gionata Mirai (voce e chitarra dei Super Elastic Bubble Plastic) e rimpinguato da Giulio Ragno Fave

Memorabilia #47

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Dead Again è stato il capitolo finale di una vita troppo breve, e sapere che non ci sarà mai più un altro disco dei Type O Negative lascia in bocca il gusto agrodolce della malinconia. Una malinconia permeata di rabbia. Post pubblicato  mercoledì 27 giugno 2007, alle ore 17:43 Type O Negative  Dead Again E’ strano parlare delle atmosfere plumbee dei Type O Negative mentre fuori il sole riversa la sua umida canicola e gli uccellini cinguettano allegramente svolazzando da un ramo all’altro. Se lo sguardo indugia fuori della finestra, mentre il vocione baritonale di Peter Steele inneggia ai più cupi anfratti dell’esistenza umana, ci si aspetta di vedere il grigiore soffocante della nebbia, mentre in lontananza un corvo si alza il volo salutando con un mesto gracchiare. Ed invece un paio d’adolescenti a torso nudo oscillano in un half pipe con i loro skate e una signora di mezz’età, unta d’olio più di Batista, sta prendendo la tintarella. Che strana sensazione. Un ossimoro mult

Memorabilia #46

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Sui Blonde Redhead non sono mai stato del tutto lucido e oggettivo. Perché tutto quello che fa Kazu Makino è stupendo a prescindere! Post pubblicato venerdì 4 maggio 2007, alle ore 23:35 Blonde Redhead 23 C’è chi ha rinnegato i Blonde Redhead dopo l’uscita di Misery Is A Butterfly perché troppo distante dalle spigolosità noise di Melody Of Certain Damaged Lemons. Misery era troppo pop e troppo pomposo, troppo levigato per chi agognava al rumore. C’è chi si è avvicinato ai Blonde Redhead all’uscita di Misery e li ha subito amati perché quella miscela di romanticismo decadente e onirica malinconia riusciva a toccare alte vette d’espressività e le corde più nascoste del cuore. C’è chi ha continuato ad amare i Blonde Redhead all’uscita di Misery nonostante la brusca virata verso territori sempre di non facile percorso, ma molto meno impervi dei dischi precedenti. Personalmente ritengo che Misery sia stato l’apice della carriera del gruppo newyorkese e, sperando di essere smen

Memorabilia #45

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A distanza di anni non cambio opinione. L'ho ascoltato ieri (più che altro ci ho provato) e non sono riuscito ad arrivare a metà. Ma domani, chissà. Magari lo ascolterò per tutta la giornata. Post pubblicato venerdì 2 marzo 2007, alle ore 17:00 Jesus And Mary Chain Psychocandy Riparto da qui. Dai fratelli Reid e dal loro capolavoro. Ci sono giorni in cui adoro questo disco, mi piace l’abbraccio tra la melodia vocale ed il rumoroso feedback delle chitarre. Mi piace l’atmosfera “gelatinosa” che permea la musica, come se le note cercassero di farsi spazio nel miele. In altri giorni non lo sopporto. Odio quelle chitarre che sembrano uno sciame di zanzare impazzite che ti ronzano nel cervello e quella vocetta sussurrante che cerca di dirti qualcosa che non puoi capire, perché il rumore di sottofondo impedisce di concentrarti sulle parole. Con questo non voglio negare la bellezza di un’opera che tutti quelli che si dichiarano appassionati di musica dovrebbero comprare a sca

Memorabilia #44

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Se il mondo fosse un luogo giusto, l'heavy metal non sarebbe trattato alla stregua di un qualcosa di pressoché inutile e fastidioso, adatto solamente ai ragazzini che vogliono sentirsi dei ribelli. Perché dischi come Melissa dei Mercyful Fate avrebbero tutto il diritto di entrare nella cosiddetta storia ufficiale del rock tutto. E' anche vero che a noi, che non siamo più dei ragazzini e l'unica forma di ribellione che ci è rimasta è quella di non indossare la canottiera sotto la maglietta nei mesi più caldi (rischiando comunque il classico colpo d'aria, con relativo tracollo cervicale), non serve che Melissa sia annoverata negli elenchi dei criticoni, tronfi e spocchiosi. Questo disco è storia. Punto e basta. Post pubblicato venerdì 16 marzo 2007, alle ore 15:20. Mercyful Fate Melissa Partiamo dalla copertina ? Ma sì, dai ! Una delle rare copertine horror in ambito heavy metal che non risulti pacchiana o involontariamente ironica (una delle poche altre che mi

Memorabilia #43

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Gli Electric Wizard. Della serie: gruppi non per tutti. Neri, lenti, acidi, ossianici e nichilisti oltre ogni limite. In una parola: DOOM! Post pubblicato venerdì 2 febbraio 2007, alle ore 10:41. Electric Wizard Come My Fanatics Recentemente un amico mi ha chiesto di consigliargli un disco che gli potesse offrire una panoramica sul doom metal. Bella domanda. Un disco per definire un genere che possiede infinite sfumature e variazioni sul tema. Un disco solo. Il primo gruppo che mi è venuto in mente è stato quello dei Candlemass, mitica formazione che ha sfornato delle vere e proprie pietre miliari del genere. Pensandoci bene, però, mi sono reso conto che il doom odierno si discosta molto da quello proposto negli anni ottanta dal gruppo svedese e non mi sembrava la scelta migliore. Poi mi sono ricordato degli Electric Wizard. Recentemente i loro primi due dischi sono stati ristampati in un’unica edizione, un doppio cd che racchiude una sintesi perfetta di come si è evoluto u

Memorabilia #42

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Ci sono gruppi con un percorso artistico che ha fatto dell'evoluzione il proprio credo. E' il caso dei nostrani Julie's Haircut che, partiti dal rock, si sono spostati verso il pop per poi cambiare ulteriormente pelle con un originale patchwork psichedelico/spaziale di indubbio valore. After Dark è il passaggio della soglia. Post pubblicato venerdì 5 gennaio 2007, alle ore 15:39 Julie’s Haircut  After Dark, My Sweet. Ci sono gruppi musicali che nascono e muoiono mantenendo sempre lo stesso stile, dove ogni disco è nel bene e nel male sempre lo stesso a parte qualche leggera sfumatura. Questa caratteristica può essere anche un pregio, ma molte volte è un’arma a doppio taglio che fa apparire ogni lavoro come una minestra riscaldata anche se questa minestra è buona. Altri gruppi, invece, intraprendono un percorso evolutivo, anche correndo dei rischi, che porta oltre ad una varietà stilistica invidiabile ad una discografia originale che abbraccia molti generi e molt

Memorabilia #41

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Pubblicando cronologicamente le varie recensioni mi sto accorgendo di quanto i miei gusti musicali siano prossimi a scavalcare il fossato che delimita l'eterogeneità dalla confusione (soprattutto mentale). Qualche giorno fa si parlava di Bubble Gum Pop mentre oggi siamo pressoché agli antipodi. Post pubblicato giovedì 25 gennaio 2007, alle ore 12:06. MoRkObOt  MoStRo Sin dagli albori delle prime galassie la voce di MORKOBOT riecheggiava solenne oltre le atmosfere sature di gas dei pianeti in evoluzione. Dominatore delle forze magnetiche e regolatore ancestrale dei flussi di coscienza, Morkobot è tornato a farsi sentire anche sulla terra attraverso i suoi tre messaggeri LIN,LAN,LEN brutalmente sottomessi al suo volere. Sul nostro pianeta MORKOBOT si manifesta in musica, mediante deliri strumentali e sperimentazioni di onde sonore tra ciò che qui sulla terra viene chiamato noise, psichedelia, o forse più semplicemente musica, pervadendo le menti ottenebrate di LIN, LAN e LEN

Memorabilia #40

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Della serie: gruppi che meritavano di più. Molto di più. Post pubblicato mercoledì 6 dicembre 2006, alle ore 13:02 Josefus Dead Man Millenovecentosettanta, cosa aspettarsi da un disco con una copertina simile? Un rock progressivo in odor di zolfo alla Black Widow, o un hard rock mortifero come quello dei Black Sabbath? Niente di tutto questo e lo si può anche capire guardando maliziosamente i caratteri che compongono le parole Dead Man, più adatti all’insegna di un Saloon che ad una lapide cimiteriale. I texani Josefus sono un altro di quei (troppi) sfortunati gruppi che, per un motivo o per l’altro, non sono riusciti a raggiungere la fama e sono stati relegati allo status di culto per pochi intimi. La concorrenza all’epoca era temibile: Led Zeppelin, Deep Purple, Uriah Heep, Black Sabbath, Grand Funk Railroad per citare i nomi più famosi. Logico, perciò, aspettarsi che qualche gruppo anche di classe fosse oscurato da questi mostri sacri. Texas, dunque. Sole e deserto

Memorabilia #39

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Il lunedì mattina è devastante? Riprendervi dal trauma d'inizio settimana vi sembra un'impresa impossibile? Ta Dah è quello che fa per voi. Non risolve, ma aiuta! Post pubblicato lunedì 16 ottobre 2006, alle ore 13:07 Scissor Sisters Ta Dah Il lunedì mattina è tragico, specialmente dopo aver trascorso il fine settimana tra ottimi vinelli, lumache alla provenzale, funghi fritti e tagliolini col tartufo. Riprendere il monotono quotidiano lavorativo è un’impresa ardua, soprattutto se dal risveglio all’ufficio vi separano diciotto chilometri di trattori, tir, apecar e interminabili lavori in corso. Senza angoscia non sarebbe lunedì mattina. L’unica soddisfazione in quest’ora (mezz’ora all’andata e altrettanto al ritorno, quando va bene) di via crucis rimane l’ascolto di qualche buon disco. Il lunedì, però, sono così apatico che faccio fatica anche a scegliere che cosa ascoltare. Molte volte non accendo neppure la radio. Lo scorso week end avevo intenzione di asco

Memorabilia #38

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Ci può essere ordine anche nella confusione. Ed è proprio la confusione a regnare sovrana in questa coppia di post. Una confusione che ha un suo perché. D'altronde, come diceva un mio grande amico, a tutto c'è una spiegazione. Anche sul fatto di ascoltare le Pipettes e i Neurosis ... Post pubblicato mercoledì 20 settembre 2006, alle ore 13:35 e lunedì 2 ottobre 2006, alle ore 12:45 The Pipettes We Are The Pipettes Signore e signori, vi saluto. Ho deciso di andare a fare il roadie per le Pipettes. Non ho ascoltato il disco, solo il singolo (che non sfigurerebbe nella colonna sonora di Grease), tanto caruccio e così bubble gum che quando lo metto a palla nello stereo sembra che le casse sputino fuori le bolle e la giornata si tinga di rosa. Anche se queste tre signorine suonassero grindcore lanciando teste di porco mozzate sul pubblico, vomitando ogni sorta di blasfemia, le mie orecchie sentirebbero solo dolci melodie e i miei occhi vedrebbero solo bolle leggere f

Memorabilia #37

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Il post dice già tutto. Mi limito a suggerirvi, se ancora non lo conoscete, di ascoltare questo disco. E' unico, anche perché putroppo le Organ non esistono più Post pubblicato martedì 27 giugno 2006, alle ore 16:31 The Organ Grab That Gun Un terremoto. Uno Tsunami. Un fulmine globulare a ciel sereno. Chiamatelo come volete, ma questo è stato il primo folgorante incontro con questo disco. Sto bighellonando alla Fnac scartabellando con poca convinzione tra i cd, (non vi capita mai di aver voglia di comprarvi qualcosa senza aver la più pallida idea di che cosa ?) fermandomi sulle copertine che ritengo più interessanti, ho il brutto vizio di farmi attirare dalle copertine e se ci casco rischio sempre di prendere delle cantonate clamorose, perciò quella di Grab That Gun non l’ho neppure degnata di uno sguardo. Sto per andarmene, nemmeno troppo deluso, quando lo sguardo cade su quelle colonnine per l’ascolto degli ultimi arrivi “caldamente consigliati”.   Il pr